Carichi esigibili: professionisti o burocrati?



ELEZIONI  DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA
candidato Edoardo CILENTI
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Le condizioni di Lavoro dei magistrati in un sistema giustizia più efficiente:
professionisti di un servizio di qualità o meri burocrati ?



Rispettabile Collega, 

la magistratura è a un pericoloso bivio:

può intraprendere una via riformista ma liberale fondata sulla dignità professionale della categoria, sulla responsabilità e sul senso del dovere dei singoli giudici e sulla loro autonomia,

oppure

può incamminarsi verso una strada opposta, fondata su un ruolo molto penetrante del Csm e dei dirigenti degli uffici sulla vita di noi tutti e sullo svolgimento della funzione giurisdizionale.

La temporaneità degli incarichi dirigenziali, se da un lato ha determinato una positiva svolta di mentalità, per un altro verso spinge i Capi degli uffici a sfidare l’umana esigibilità per rincorrere risultati sempre più elogiativi di se stessi, a scapito della autonomia del singolo magistrato e della qualità professionale del lavoro da svolgere, in una ottica di occhiuto e talora ottuso controllo burocratico.  

La domanda di giustizia è oggi oggettivamente superiore alle capacità di risposta, e il concorso di fattori più eterogenei (tra cui, anche condizioni di lavoro, carenza di “supporti” e di “stimoli”, scarsa credibilità sociale, continui attacchi all’ordine giudiziario) sta conducendo verso una “deriva impiegatizia” che non favorisce il nostro migliore impegno in termini di passione ed entusiasmo.

E’ tempo quindi di una profonda riflessione su quella che è diventata la attuale condizione di lavoro del magistrato  ordinario, segnato da inquietudine e perdita di serenità. Il lavoro come “produzione” ha in vista solo la sua crescita esponenziale e si contrappone al lavoro come “servizio”, che non ha in vista solo beni e merci, ma anche erogazione di tempo, di cura, di relazione.    

Se oggi si dovesse ritenere che ci viene (ancora) richiesta una qualità giuridica della decisione oltre che prontezza, la attenzione non può non concentrarsi sulla necessità di fissare dei limiti ad una corretta e rispettosa gestione delle risorse umane.

Fino ad ora sono state perse importanti occasioni: non ultima quella della produttività esigibile, mai concretamente attuata dopo anni di dibattiti e di deludente propaganda.

La perdurante assenza di riferimenti chiari, predeterminati e realistici sulla produttività influisce negativamente sull’esercizio autonomo e indipendente della giurisdizione e sull’attività del magistrato, alimentando comportamenti difensivi posti in essere in un’ottica di burocratico rispetto delle norme.

Ma il Costituente ha attribuito la giurisdizione non a dipendenti, funzionari o burocrati, bensì a magistrati autonomi e indipendenti in grado di assicurare l’attuazione dei diritti in modo professionalmente adeguato. Il magistrato deve avere la possibilità non solo di rendere un servizio in tempi rapidi ma anche in modo qualitativamente elevato: non una decisione ad ogni costo, ma una decisione giusta.

Edoardo Cilenti, magistrato del Lavoro e della Previdenza presso la Corte di Appello di Napoli.